La Cassazione ha confermato la condanna a 4 mesi di reclusione e 2mila euro di multa a carico di un cliente dei servizi pirata Sky.
Piratare Sky ti espone al rischio di una pesante multa e anche alla reclusione. Non è un avvertimento, ma una certezza che si desume da una recente sentenza della Cassazione. Gli “ermellini” hanno confermato la condanna a 4 mesi di reclusione e 2mila euro di multa a carico di un 52enne palermitano.
Il 12 aprile del 2016 la Corte di Appello di Palermo aveva confermato la condanna di primo grado per violazione della legge sul diritto d’autore del 1941 – art. 171 octies l.633/1941.
Il ricorso alla suprema corte si è dimostrato un buco nell’acqua, poiché il cosiddetto “card sharing” – depenalizzato nel 2000 – a partire dal 2003 è ritornato a essere un reato.
Filippo I., come molti italiani, aveva sottoscritto una sorta di abbonamento pirata che gli consentiva di godere della programmazione Sky a prezzi stracciati. Pur essendo un semplice “cliente” è stato condannato “per aver installato un apparecchio con decoder regolarmente alimentato alla rete LAN domestica ed Internet collegato con apparato TV e connessione all’impianto satellitare così rendendo visibili i canali televisivi del gruppo Sky Italia in assenza della relativa smart card”.
Fin dal primo momento la difesa è parsa debole: sosteneva di aver acquistato i codici di decodifica dal Web. Il problema è che i giudici hanno considerato la sua azione fraudolenta poiché la decodificazione ad uso privato di programmi televisivi cifrati con elusione delle misure tecnologiche di protezione è un grave reato.
Siete avvertiti. La fedina penale poi non si stinge.
(Fonte La Stampa)